Ace di Ale – Aceto di Vino da Uve Aleatico 100% – Arrighi
Ace di Ale – Aceto di Vino da Uve Aleatico 100% – Arrighi
L’Aleatico è il vitigno elbano per eccellenza. Ha una buccia delicata e sottile. Non sopporta una lunga permanenza sulla pianta dopo la maturazione. Ha una resa bassissima.
L’aceto all’Elba si faceva in tempi remoti, come scrive Giulio Pullè nella sua Monografia Agraria del 1879, e il prodotto di punta era l’“Aceto di Portoferraio” apprezzato e utilizzato in tutta la Toscana, anche dai Medici. Da quella tradizione, dopo tre anni di esperimenti, il passaggio decisivo è stato quello della collaborazione con l”Antica Acetaia Cavedoni di Castelvetro di Modena, sia per il clima adatto della zona che per il passaggio del prodotto -24 mesi- nei caratelli usati in precedenza per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
Acidità: 6%
Produttore: Azienda Agricola Arrighi
Formato: 100 ml
6 disponibili
Descrizione
Ace di Ale – Aceto di Vino da Uve Aleatico 100% – Arrighi
L’azienda agricola Arrighi aveva raggiunto il minimo storico di superficie vitata negli anni Settanta. La decisione di tornare all’agricoltura avviene a seguito di una sperimentazione fatta con l’Università di Siena. Su mezzo ettaro viene piantata con una vasta gamma di vitigni. Ciò per verificare l’adattabilità alle condizioni del territorio. Sulla base dei risultati ottenuti Antonio, il proprietario, decide quindi di investire una parte della produzione. Oggi sono presenti circa 6 ettari vitati.
I vitigni sono quindi suddivisi in:
Autoctoni sono dunque i vitigni “storici” dell’Elba
- i bianchi PROCANICO (trebbiano toscano), ANSONICA, BIANCONE e RIMINESE (vermentino)
- i rossi SANGIOVETO, TINTIGLIA (alicante) e il celebrato ALEATICO
Gli alloctoni sono frutto della sperimentazione decennale
- iI bianchi CHARDONNAY, MANZONI, VIOGNIER
- i rossi SYRAH, SAGRANTINO, TEMPRANILLO
Quindi i vitigni “non elbani” impiantati, non sono frutto di mode ma di lunghe sperimentazioni.
L’Aleatico è il vitigno elbano per eccellenza. Ha una buccia delicata e sottile. Non sopporta una lunga permanenza sulla pianta dopo la maturazione. Ha una resa bassissima.
L’aceto all’Elba si faceva in tempi remoti, come scrive Giulio Pullè nella sua Monografia Agraria del 1879, e il prodotto di punta era l’“Aceto di Portoferraio” apprezzato e utilizzato in tutta la Toscana, anche dai Medici. Da quella tradizione, dopo tre anni di esperimenti, il passaggio decisivo è stato quello della collaborazione con l”Antica Acetaia Cavedoni di Castelvetro di Modena, sia per il clima adatto della zona che per il passaggio del prodotto -24 mesi- nei caratelli usati in precedenza per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,5 kg |
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